Nella prima parte del saggio balza agli occhi la caratteristica che, al contempo, costituisce sia il rischio principale dell’avvalersi di milizie mercenarie sia il motivo per cui queste, nella letteratura, sono quasi sempre trattate in posizione antagonistica anziché da protagoniste: trattandosi di corpi fondati sulla mercificazione dell’attività bellica, esse possono tollerare solo un certo margine di pericolo, al di là del quale è frequente che scelgano la fuga, cessando improvvisamente di combattere per chi le ha assoldate. Non di rado, soprattutto nell’antichità, esse potevano ribellarsi e prendere le armi contro la città che le aveva reclutate, allorché dubitassero di venire effettivamente pagate. In ogni caso, le realtà che hanno connotato questa attività, attraverso i secoli, sono state le più differenti: si va dai mercenari dell’antica Grecia alle legioni barbariche che tanta potenza diedero all’Impero romano dal terzo secolo, dai mercenari italici, normanni, russi tra l’età medievale e quella moderna agli svizzeri quali soldati di ventura di cui per molti secoli tutte le principali nazioni europee hanno finito per richiedere spesso i servigi, per finire con famiglie che, partendo dal combattere a pagamento, acquisirono col tempo la patente di nobiltà, come la dinastia degli Sforza a Milano. Peraltro, con tutte le differenze da rilevarsi - rispetto ad esempio agli Sforza - quanto ai motivi che li fecero imbracciare le armi, anche Garibaldi e i suoi erano mercenari, ed assolsero un ruolo fondamentale nell’assetto italiano e latinoamericano di quei decenni. Interessanti i punti di contatto tra le figure qui in esame e i veri e propri corsari, tra i quali esempio significativo è in particolare quello di Sir Francis Drake… Nella seconda parte del libro si passa dalla storia alla vera e propria cronaca moderna, allorché si guarda al mondo contemporaneo e soprattutto alle società militari private, coi rischi e al tempo stesso le opportunità che esse rappresentano per la sicurezza internazionale e i diritti umani. Viene preso in considerazione in particolare, oltre ad alcune situazioni nel continente africano, il gruppo Wagner in Ucraina, accusato di aver commesso terribili crimini di guerra. Le società militari private vengono altresì indagate nei loro rapporti con stati – nei rischi che comportano per le sovranità nazionali – e con le organizzazioni internazionali, e ciò sia per il sopracitato gruppo Wagner, legato alla Russia, sia per la statunitense Black Water e la britannica Sandline. Oggi, peraltro, più in generale l’attività militare e di sicurezza è affidata a compagnie private, che possono definirsi dei colossi dell’economia, gestite dai “contractors” che non sono esattamente uguali ai mercenari, almeno sul piano giuridico. Essi sono i partecipi di un sistema imprenditoriale che offre l’intera gamma di servizi legati alla guerra (ad esempio protezione, cybersecurity, controspionaggio economico, intelligence e peacekeeping) e ciò in quanto il bene/sicurezza è diventato merce di scambio sul piano economico e dunque il mercato della guerra è particolarmente in attivo e nel pieno della propria evoluzione tecnologica… La terza parte del saggio analizza invece le norme di diritto internazionale o le consuetudini in materia, cercando di comprendere i limiti legali di questa professione anche sulla base della convenzione ONU – che rigetta completamente il mercenarismo, ma sul punto è stata firmata da soli 40 stati su 193! – e di quella regionale dell’OUA…
Il saggio, di lettura non difficile e dunque universalmente accessibile, tratta con completezza il ruolo, la funzione e i comportamenti del mercenario quale figura che, partendo dalla notte dei tempi e da illustri antenati quali Archiloco o Senofonte, soldato/scrittore, si è evoluta nei secoli e nei diversi contesti bellici, per via dei mutamenti sia storici, sia politici, sia tecnologici. Il lavoro infine giunge ad analizzare anche le odierne situazioni inerenti le Società Militari Private, quali Black Water o Wagner. L’autore ha avuto una importantissima carriera diplomatica. Ha prestato servizio a Le Havre (consolato), a Buenos Aires (ambasciata), a Bruxelles (NATO) e a Strasburgo (Consiglio d’Europa). Alla Farnesina ha ricoperto gli incarichi di Capo segreteria della direzione generale delle relazioni culturali, Capo segreteria della direzione generale del personale, Capo ufficio “Ricerca, Studi e Programmazione”, Ispettore delle Ambasciate e dei Consolati italiani all’estero. È stato quindi Console generale d’Italia a Nizza e a Madrid. Vice rappresentante permanente presso il Consiglio d’Europa, dal 2005 al 2009 ha ricoperto l’incarico di Ambasciatore d’Italia a Cuba. Un diplomatico esperto, dunque, che qui indaga ogni aspetto, remoto o presente ed eventualmente anche futuro della professione più antica del mondo assieme allo spionaggio e alla prostituzione, in maniera da risultare godibile e interessante non solo a chi è vicino alla materia per motivi professionali o accademici, ma anche a chi utilizzi l’opera quale semplice fonte di intrattenimento di spessore. Il libro ha tra i propri punti di forza, oltre all’originalità dell’argomento, una notevole capacità di sintesi dei vari periodi e contesti storici ed inoltre, aspetto non semplice da riscontrarsi quando si affrontano tematiche di questo tipo, una rigorosa obiettività quando risulta necessario scendere al commento o al giudizio delle singole situazioni attuali. Anche in virtù dei propri trascorsi professionali l’autore – con già più di 20 pubblicazioni di questo tipo alle spalle – ha sviluppato ormai in questo campo un’esperienza ed un’abilità così notevoli da invogliare a ricercare qualcuna delle sue opere passate o comunque a tenerne sott’occhio le prossime pubblicazioni.
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