Pierluigi Fagan è un personaggio straordinario. Negli ultimi 23 anni si è completamente dedicato ai propri studi, leggendo oltre 1300 saggi e pubblicandone due. Il secondo d’intitola Benvenuti nell’era complessa ed è il frutto della sua solitaria, incredibile ricerca multi-inter-trans-disciplinare su mondo e complessità, di cui molti esiti sono stati anticipati nei dodici anni di vita del suo blog che -non a caso- Fagan ha sempre definito un “diario di ricerca”.
Leggere Pierluigi Fagan ha per me un profondo significato: in primo luogo, perché la sua cultura enciclopedica mi ricorda quella del mio Maestro Mauro della Porta Raffo (il Gran Pignolo).
Ogni suo scritto è in questo senso magistrale, accresce la mia consapevolezza e mi è di estrema utilità per quelle chiacchiere da bar in forma scritta che sono i miei articoli.
Questa la struttura di Benvenuti nell’era complessa:
Dopo un’introduzione, la prima sezione tratta delle nostre origini comuni: cos’è l’uomo, ovvero il genere umano e la specie Sapiens (capitolo 1); come nacquero le civiltà, le società complesse, la forma della società stratificata e gerarchica che domina il sociale di ogni luogo e tempo negli ultimi cinquemila anni (capitolo 2); come nacque e si sviluppò l’Era moderna (e ciò che chiamiamo “capitalismo”) che stiamo abbandonando e le cui forme però ci determinano ancora quasi del tutto (capitolo 3). Scrive Fagan, nella presentazione: “Per ogni tema noi riassumeremo brevemente quali sono le prevalenti versioni oggi in uso, conformi ai canoni del moderno e del sistema ideologico dominante, ma ne mostreremo anche una diversa e nuova, quella ordinata da una filosofia della conoscenza complessa”.
La seconda sezione tratta il problema dell’adattamento al corso storico (capitolo 4). Scrive l’autore: “Proveniamo da ideologie basate sul progresso, come se le dinamiche fossero sempre e solo tutte interne i nostri sistemi socioculturali, ma ci siamo persi il mondo. Tutto avviene in un contesto, un contesto che se non ci dice apertamente cosa fare, ci limita parecchio e ci pone dei parametri di compatibilità inaggirabili. Passeremo poi a cercar di comprendere meglio cos’è questa “complessità” – che concetto è, cosa significa, cosa connota, a quale categoria del pensare appartiene – (capitolo 5). Infine, procederemo a un esame più specifico del più generale ambito del come conosciamo le cose, secondo quali teorie, presupposti e fini, ovvero quella che chiamiamo immagine di mondo (capitolo 6), stante che ogni nostro fare dipende da questo pensare”.
La terza sezione tratta del presente, del nostro momento storico quale si sta dipanando negli eventi degli ultimi decenni: “Espanderemo cioè quanto abbiamo già qui accennato in questa introduzione. Sarà questo un “oggi” di breve storia degli ultimi settant’anni (capitolo 7). A cui non potrà che conseguire un tentativo di sguardo all’immediato futuro, quali dinamiche sembrano pararci davanti, cosa possiamo aspettarci nello svolgimento del film “noi e il mondo” per almeno i prossimi trent’anni (capitolo 8). Chiuderemo l’indagine (capitolo 9) esplorando una nostra visione o soluzione del problema adattativo all’Era complessa, e lo faremo non producendo il solito elenco dei buoni propositi, ma occupandoci proprio del dispositivo concreto necessario all’agire umano storico-sociale, che non potrà che essere culturale e politico e relativo a cosa fare e come delle nostre forme di vita associata, quel veicolo adattivo che chiamiamo “società”. Infine, condenseremo il nostro punto divista adattativo politico-pragmatico in un pentalogo (capitolo 10) basandoci su un’ideologia di democrazia radicale sintonica al pensiero del filosofo Cornelius Castoriadis, oltreché alla cultura della complessità”.
L’indagine, quindi, è multidisciplinare e coinvolge paleoantropologia, archeologia, antropologia, storia profonda, storia moderna, bio-evoluzionismo, storia delle civiltà, filosofia della storia e filosofia generale, epistemologia e storia della scienza moderna, cultura della complessità e scienze cognitive, logica, comunicazione e informazione, psicologia, sociologia, economia, finanza, geopolitica, relazioni internazionali, demografia, ecologia, tecnologie e futurologia, per giungere infine a un esito politico.
Oltre 500 pagine dense di concetti complessi esposti magistralmente. Un saggio che chiunque abbia l’ambizione di comprendere qualcosa della contemporaneità dovrebbe leggere.
Suggerisco a tutti di ascoltare il video di presentazione, sul sito di Pierluigi Fagan.
di Alfredo Tocchi, Il Giornale d’Italia, 21 gennaio 2025