CORSICO - Il mestiere del narratore esiste dall’alba dei tempi. Dapprima veniva svolto oralmente, poi l’avvento delle incisioni rupestri ha fornito a una storia la possibilità di restare nel tempo. Il mondo dell’editoria ha fatto il suo salto di qualità, dai manoscritti in avanti, grazie alla stampa a caratteri mobili inventata, si dice, da Gutenberg intorno alla metà del 1400. Una lunga premessa per introdurre un collega, un concittadino e uno scrittore che passa spesso da queste pagine, sia come autore, sia quando presenta un nuovo lavoro. Dopo aver raccontato Roberto Baggio, Steve Jobs, Valentino Rossi, Marco Simoncelli e una raccolta di racconti che trovate su Amazon dal titolo “Ogni tanto guardo il cielo”, Fabio Fagnani esce con “La storia dell’Inter: il racconto nerazzurro”, edito da Diarkos.
Mettiamo subito le mani avanti, io sono milanista. L’unico, vero, della mia famiglia. Dico vero perché mio fratello, che mi ha trasmesso la passione, non segue più il calcio da vent’anni praticamente. Il resto della mia famiglia è interista, soprattutto dal lato di mia mamma. Mio nonno era un interista sfegatato e ha trasmesso la passione a mia mamma. Per me l’Inter è da sempre parte della famiglia. Acerrimi rivali, certo, ma sono sempre stato affascinato dalla storia dell’Inter, dalle sue origini, e dai traguardi che ha ottenuto negli anni. Per comprendere a pieno i tuoi rivali non devi odiarli, ma devi conoscerli. Quando mi è stata prospettata la possibilità di raccontare la storia della squadra nerazzurra, ho accettato la sfida. L’Inter è un club che nasce con un’idea di apertura, di internazionalità, di condivisione, di sofferenza e amore. E anche da avversario non puoi non riconoscerne il DNA. E poi, io sono un giornalista e in quanto tale devo essere il più possibile oggettivo.