“Bar Sport”, Del Piero raccontato da Galimberti e Tacchinardi - Crema Oggi
17 Dicembre 2025

Si chiude per quest’anno il ciclo di incontri della rassegna Bar Sport promossi dal Comune di Crema. L’appuntamento di lunedì sera con il giornalista e scrittore Alberto Galimberti, che ha parlato del suo libro dal titolo evocativo, “Alessandro Del Piero. L’ultimo atto di un campione infinito” edito da Diarkos, con accanto il cremasco Alessio Tacchinardi, per i giovani volto noto delle trasmissioni sportive, ma per gli appassionati di calcio, colonna portante per un decennio della Juventus di Marcello Lippi.

Un libro dice Galimberti, la cui idea affonda le radici nella passione di un bambino che poi si traduce in un testo scritto con il cuore e il cervello: “Il cuore è quello di un adolescente appassionato di sport e di calcio, il cervello di una persona adulta che ha tentato di ritagliare ricordi ed emozioni per riversarli nero su bianco, affinché brillassero nel presente”, aggiunge Galimberti che sottolinea nel dettaglio qual è stato lo spunto narrativo del libro; quel giro di campo a partita ancora in corso, il 13 maggio 2012, ricco di emozioni che rappresenta il saluto di Del Piero al calcio giocato in Italia, un’uscita di scena perfetta e non voluta, unica nel suo genere, istantanea di una vera e propria storia d’amore infinita, quella tra il giocatore, quella maglia ed i suoi tifosi.

L’autore ha parlato del suo libro utilizzando anche immagini evocative, proiettate in una Sala Pietro da Cemmo dov’era presente una folta rappresentanza della sezione cremasca dello Juventus club Mondovì, guidata dal coordinatore Paolo Pezzotti, docente di discipline giuridiche e apprezzato pianista, ripercorrendo la storia umana e calcistica di Del Piero: dagli esordi con il Padova, alla Juventus, dalla Coppa Intercontinentale al grave infortunio di Udine, dalla magia del “tiro alla Del Piero” da Dortmund 1995 a Dortmund 2006, a quell’esultanza ricca di significato umano nella partita di Bari, a pochi giorni dalla scomparsa del padre. Un viaggio scandito da successi e sconfitte, cadute e rinascite, per un giocatore dalla classe sopraffina, che univa a caparbietà agonistica, grinta, potenza atletica, qualità eccelsa nel tocco di palla: “Un giocatore poetico e pragmatico – dice Galimberti – come i suoi gol, reti che appagavano l’occhio e saziavano l’efficacia, e infinito – conclude l’autore – perché Del Piero è stato un campione completo, mai una parola fuori posto o una frase sopra le righe, esempio di lealtà, dedizione e cultura sportiva, come ha scritto Bruno Pizzul nella prefazione”.

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