OGGI ENTRIAMO NEL MONDO DELLE DUE RUOTE, E PRECISAMENTE NEL MOTOMONDIALE. Intervista a Fabio Fagnani per Associazione per la Legalità della Cultura
7 Luglio 2021

Scopriamo questo bellissimo sport assieme al giornalista Fabio Fagnani, autore del saggio "Le leggende del motociclismo" per Diarkos Editore

da sinistra: Francesco "Pecco" Bagnaia, Fabio Fagnani, e Luca "Maro" Marini

 

In che modo ti sei avvicinato e appassionato al mondo del corse?

Quando ero piccolo era abitudine guardare le corse di moto la domenica pomeriggio. Mio papà è da sempre un grande appassionato e, con il tempo, ha contagiato prima mia mamma e poi me e mio fratello. In età più adulta mio fratello ha coltivato altre passioni, mentre io ho conservato quella delle corse. Soprattutto Motomondiale, ma se capita guardo anche altro: CIV, CEV, SBK, SuperSport.
Di tutto. L’adrenalina, il rischio, la velocità, la capacità di fare cose a 300 all’ora che noi, esseri normali, non riusciamo a fare nemmeno andando lenti. E come dice Valentino Rossi "per apprezzare la velocità, devi anche saper apprezzare il suo contrario, ovvero la lentezza".
Parte tutto da lì. Solo poi arrivano le gare al cardiopalma, i battiti di ciglia, le frequenza del cuore, lo spirito combattivo e le vittorie.

Raccontare in modo avvincente questo sport non è né semplice né immediato: che tipo di ragionamento hai fatto e che regole ti sei dato in fase di scrittura?

Le Leggende del Motociclismo è un volume particolare. Spesso la definisco una guida attraverso la storia del motociclismo. Raccontare tante epoche diverse, tanti piloti fenomenali con caratteri particolari, ripercorrendo le parti salienti della loro esistenza, in pista e non solo.
L’obiettivo era permettere a tutti di conoscere anche i piloti del passato senza troppe difficoltà o criticità. Spiegare le cose semplice, raccontando alcune dinamiche di gare, di paddock, di talento, di lotte e combattimenti dentro il tracciato. Penso di esserci riuscito, per me era fondamentale creare un prodotto che fosse fruibile per gli inesperti, ma anche dai nerd del motociclismo.

Quale racconto ti è rimasto maggiormente impresso, tra tutti quelli che ti sono stati raccontati dai tuoi colleghi?

Tra quelli realizzati dai colleghi? Domanda difficile, alla quale solitamente non si risponde per rispetto e stima verso tutti, ma faccio uno strappo alla regola e ti dico quello di Jeffrey Zani perché, come solo lui sa fare, è andato a pescare la vita di un pilota clamoroso, ma poco conosciuto, come Kim Newcombe. Neozelandese, folle come pochi e con un talento impressionante. Kim aveva agguantato la vetta del mondiale con una moto dotata di un motore di origine nautico prestato al mondo delle due ruote. Arrivava al paddock alla bell'e meglio e riusciva a stare spesso davanti a Giacomo Agostini e Phil Read, entrambi in sella alla MV Agusta. Il destino lo ha portato via troppo presto.

Che emozioni vuoi suscitare nel lettore e qual è lo scopo principale di questo libro?

Come ho detto precedentemente, vorrei far conoscere le leggende più significative, per me, a tutti gli appassionati delle corse, ma non solo. L’idea è che le persone che leggono questo libro possano anche prendere spunto, avere nuovi stimoli dalle vite dei piloti che sempre più son diventati atleti a tutti gli effetti.

Quali sono i piloti che segneranno il futuro del Motomondiale e perché?

Altra domanda complessa. Difficile da dire. Partendo dalla Moto3 ti direi Acosta. Predestinato. In Moto2 ti dico un altro che, secondo me, ha così tanto talento che dovrebbero metterlo all’asta: Raul Fernandez. Entrambi, tra l’altro, del team KTM Red Bull Ajo. Anche Oliveira, in MotoGP, ha grande talento. Il reparto corse di KTM ha grande occhio per i talenti e lo sta dimostrando stagione dopo stagione. Loro potrebbero davvero segnare un punto nella storia.

Quali sono i tre piloti più forti della storia del Motomondiale?

Qui ho delle certezze. Agostini, Rossi, Marc Marquez. Per me senza alcun dubbio. Poi ci sono quelli che mi hanno fatto sognare (Casey Stoner e Marco Simoncelli) e uno a cui sono legato emotivamente (Loris Capirossi).

Se ricoprissi un ruolo di tecnico, cosa faresti per migliorare questo sport?

Sono convinto che Dorna, insieme proprio a Capirossi e anche a Franco Uncini, stia prendendo delle decisioni buone, tutto sommato. Qualche mese fa parlai proprio con Capirossi. Adesso Dorna chiede uno standard di sicurezza anche ai circuiti, cosa che prima non accadeva. Se vuoi ospitare il Motomondiale devi garantire in primis sicurezza che è sempre la priorità. Spero si andrà in quella direzione, sempre. È il motivo per cui sono sempre più a favore di una SuperPole, rispetto all’attuale metodo con Q1 e Q2 e il gioco delle scie, i trenini, si rischia troppo e non ci si diverte. Con la SuperPole garantisci visibilità completa per un giro a pilota e sponsor, le qualità di chi guida e della moto vengono messe a nudo ed è molto più sicuro perché c’è solo un pilota in pista per volta. Non so davvero cosa stiano aspettando.

Link all'articolo: http://lagiuria.altervista.org/intervista-all-autore-fabio-fagnani.html?cb=1625669956259