Giudicate voi, se questo è un uomo. Vittime, carnefici e indifferenti - La voce della scuola
26 Gennaio 2024

Per la Giornata della Memoria, ho pensato di proporre un mini percorso didattico tra storia, sport, letteratura e musica, dedicato proprio al ricordo delle vittime, dei carnefici e degli indifferenti, di quanti cioè abitarono nella zona grigia dell’indifferenza, popolata da chi non si accorse di nulla (in Germania e in Italia). Desidero aprire questa mia proposta didattica con la visione di alcune scene tratte dal film La vita è bella, di Roberto Benigni, che risale a qualche anno fa, ma che resta ad oggi il film che più di tanti altri ha saputo trattare con leggerezza, quasi come una favola (seppur tragica) una tematica e una vicenda così drammatica:

https://www.youtube.com/watch?app=desktop&v=sxyB-RIHY_U

 

Benigni e Cerami, lo scrittore co-sceneggiatore de La vita è bella, riuscirono a realizzare un film che  parlasse a tutti, con leggerezza, ma senza banalizzare. Il protagonista del film, Guido, il papà, una volta internato ad Auschwitz, con il piccolo figlio Giosuè, fa credere al bambino che si tratti di un gioco:

https://www.youtube.com/watch?v=_bvQOsXPg0k

Per comune convinzione degli storici che si occupano del Novecento, e, segnatamente, dell’Olocausto, cioè del genocidio nazi-fascista, che programmò e realizzò lo sterminio di milioni di persone, di tutta Europa, negli anni a ridosso della seconda guerra mondiale (con esattezza, tra il 1933 e il 1945), eliminando, nei campi di concentramento e di sterminio, persone ritenute “inferiori” o “indesiderabili” (ebrei, prigionieri politici, minoranze varie, omosessuali, disabili, religiosi di varie confessioni, ecc.), è necessario non concentrare l’attenzione esclusivamente sulle vittime. Gli esperti, cioè, suggeriscono che una corretta (e proficua) celebrazione della Giornata della Memoria, che si celebra il 27 gennaio di ogni anno, si realizza facendo focus non soltanto sulle vittime di quel genocidio, ma anche sui carnefici, e sulla così detta gente comune, su tutta quella gente (in Germania e in Italia) che fece finta di non accorgersi di nulla, di non sapere, e di non vedere nulla. Solo attraverso questo lavoro (storico e politico) di messa a fuoco sulle vittime, sui carnefici e sugli indifferenti si potrà giungere, un giorno, al possesso di una conoscenza più articolata, complessa e critica di ciò che è accaduto, affinché non si ripeta.

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